- Che cos’è il nuovo Assegno Unico e a quanto ammonta?
Con l’approvazione del DDL “Lepri-Delrio” avvenuta in Senato nella giornata di ieri è finalmente diventato legge l’Assegno Unico per le famiglie, misura di assistenza su cui il Parlamento stava lavorando ormai da circa un anno. Attraverso appositi decreti attuativi il Governo sarà dunque chiamato nei prossimi mesi a semplificare ed implementare le misure a sostegno delle famiglie aventi figli a carico, introducendo uno strumento unico ed “universale” e andando così a sostituire la pluralità di misure attualmente esistenti, incluse le detrazioni fiscali. L’Assegno Unico consisterà in un contributo erogato su base mensile alle famiglie aventi a carico figli da 0 a 21 anni di età, con possibilità di erogazione diretta ai figli maggiorenni. Il valore massimo dell’Assegno Unico sarà pari a 250 euro mensili e, in ogni caso, l’importo sarà calcolato tenendo conto della condizione economica del nucleo familiare, da rilevarsi sulla base dell’indicatore ISEE e dell’età dei figli a carico. L’Assegno verrà riconosciuto per ogni figlio a carico, con una maggiorazione per i figli successivi al secondo. Ulteriori maggiorazioni dovrebbero essere previste per le giovani madri di età inferiore a 21 anni e per i figli affetti da disabilità e di età inferiore a 21 anni. L’erogazione avverrà su base mensile tramite versamento diretto della somma di denaro corrispondente all’assegno o mediante riconoscimento di un credito di imposta di pari importo. L’Assegno Unico sarà compatibile con il Reddito di Cittadinanza e l’importo percepito non verrà computato come reddito ai fini della richiesta e delle prestazioni sociali agevolate, dei trattamenti assistenziali e di altri benefìci e prestazioni sociali in favore dei figli con disabilità.
- A chi spetta e quali sono i requisiti per ottenere l’Assegno Unico?
Le maggiori novità introdotte con l’Assegno Unico riguardano la platea dei beneficiari: saranno infatti ricompresi nello strumento di sostegno anche i lavoratori autonomi. Pertanto, beneficiari della misura, saranno i nuclei familiari composti da lavoratori subordinati, lavoratori autonomi e titolari di partita IVA e percettori di misure di sostegno al reddito. I soggetti che potranno richiedere l’Assegno Unico dovranno inoltre rispettare i seguenti requisiti:
– essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea, o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero essere cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale;
– essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
– essere residente e domiciliato con i figli a carico in Italia per la durata del beneficio;
– essere stato o essere residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno biennale.
- Da quando sarà erogato?
La nuova misura dell’Assegno Unico – in attesa dei decreti attuativi – prenderà il via dal 1° luglio 2021. Da tale data, dunque, inizieranno le erogazioni del nuovo assegno in favore dei soggetti beneficiari, con contestuale soppressione delle misure in esso accorpate e non più in vigore.
- Quali misure saranno soppresse?
Con la messa a regime dell’assegno unico saranno più o meno gradualmente soppresse diverse misure non più compatibili con il nuovo strumento di sostegno, e più precisamente dovrebbero cessare l’assegno per il nucleo familiare, l’assegno di natalità, il premio alla nascita, l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori e le detrazioni fiscali afferenti la composizione del nucleo familiare.
- Quali sono le sue considerazioni in merito a questa misura?
L’Assegno Unico potrebbe rappresentare un punto di svolta decisamente importante nella gestione delle misure di sostegno al reddito in favore delle fasce più deboli, permettendo l’accesso agli ammortizzatori sociali anche ad autonomi e partite iva, soggetti peraltro maggiormente colpiti dall’emergenza pandemica e che ormai già da anni rappresentavano l’anello debole e meno tutelato nel mercato del lavoro. Di contro, secondo le primissime analisi della misura, emergerebbe un possibile decremento in termini prettamente quantitativi dei sostegni sino ad oggi erogati in favore delle famiglie dei lavoratori subordinati. L’auspicio è che il Governo riesca a mettere a disposizione i fondi necessari per garantire a tutti i beneficiari le stesse condizioni, informando lo strumento a criteri di progressività e proporzione, sperando inoltre che questa misura possa presto inquadrarsi in un più ampio impegno dello Stato verso un welfare su vasta scala che appare oggi più che mai non solo opportuno ma del tutto necessario.
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