INTERVISTA SULL’INCENTIVO “RESTO AL SUD” AL DOTT. ALESSANDRO MACELLARO
Cos’è l’incentivo “Resto al Sud”?
L’incentivo “Resto al Sud” è una misura che sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali
o professionali nelle regioni del Mezzogiorno italiano e nelle aree del Centro Italia colpite dai terremoti.
A chi è rivolto?
Questo incentivo nasce per agevolare l’imprenditoria giovanile, ma successivamente la fascia di età dei
richiedenti si è estesa dai 18 ai 55 anni.
È rivolto alle attività costituite dopo il 21/06/2017, alle attività costituende – che dovranno provvedere alla
costituzione entro 60 giorni dalla comunicazione di positività dell’istruttoria – e ai liberi professionisti non
titolari di partita iva nei 12 mesi antecedenti alla presentazione della domanda.
Coloro che vorranno richiedere l’incentivo non dovranno essere titolari di altre attività alla data del
21/06/2021, non dovranno aver beneficiato di altre agevolazioni nazionali nell’ultimo triennio, non
dovranno risultare assunti a tempo indeterminato nel momento in cui l’istruttoria avrà esito positivo e non
potranno avere un contratto a tempo indeterminato per tutta la durata del finanziamento.
Quali sono le attività che possono richiedere l’incentivo?
Potranno richiedere l’incentivo “Resto al Sud” le attività produttive nei settori dell’industria,
dell’artigianato, nel settore della pesca e dell’acquacoltura e le attività di trasformazione dei prodotti
agricoli. Potranno inoltre presentare domanda le attività che forniscono servizi alle imprese e alle persone,
le attività del settore turistico e le attività di libero professionista, sia individuali che societarie.
Sono escluse le attività puramente commerciali e le attività agricole.
Quali sono gli interventi e le spese ammissibili?
Sono ammissibili gli interventi e le relative spese di ristrutturazione o manutenzione straordinaria dei beni
immobili dell’attività, che potranno rappresentare al massimo il 30% del programma di spesa.
Sono ammissibili le spese per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi. Anche le spese per i
programmi informatici, per i servizi tecnologici e per le telecomunicazioni potranno rientrare nel
programma di spesa.
Inoltre, fino al 20% massimo del piano di spesa potrà essere destinato al pagamento delle spese di gestione,
quali materie prime, materiali di consumo, canoni di locazione e garanzie assicurative.
Quali, invece, sono le spese non ammissibili?
Questo incentivo non ricopre i costi del personale dipendente, le spese relative alle consulenze e tutte le
spese di progettazione e promozione relative all’attività.
Come sono ripartiti gli aiuti economici?
L’incentivo “Resto al Sud” prevede una copertura pari al 100% delle spese da sostenere. Di queste il 50%
verrà finanziato attraverso un contributo a fondo perduto ed il restante 50% verrà invece garantito tramite
finanziamento:
– L’importo massimo è di 60.000 euro in caso di richiedente singolo;
– L’importo massimo nel caso di pluralità di richiedenti per ognuno di essi è di 50.000 euro, fino ad un
totale di 200.000 euro.
È stato inoltre previsto un ulteriore contributo a fondo perduto, di 15.000 euro per le ditte individuali e le
attività professionali svolte in forma individuale fino a un massimo di 40.000 euro per le società.
Come si può richiedere il “Resto al Sud”?
Alla base della richiesta, vi è la presentazione di un progetto che rappresenti l’idea da sviluppare con la
relativa analisi di mercato, circa la concorrenza ed i costi. In seguito all’approvazione del progetto, i
richiedenti dovranno sostenere un colloquio on-line per esporre quanto presentato precedentemente. Se
saranno rispettati i requisiti e i richiedenti dimostreranno la fattibilità tecnica ed economico/finanziaria del
progetto, il suo impatto ambientale e gli aspetti positivi e negativi dello stesso, allora, molto probabilmente
l’incentivo “Resto al Sud” verrà concesso.