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RAPPORTO DI PARITÀ DI GENERE: NUOVE SCADENZE PER IL 2022

RAPPORTO DI PARITÀ DI GENERE: NUOVE SCADENZE PER IL 2022

Ratificato il Decreto Interministeriale 29 marzo 2022 che definisce le modalità per la redazione del rapporto biennale sulla situazione lavorativa dei due sessi nelle realtà aziendali previsto dal Codice per le pari opportunità.
Nello specifico, il rapporto di parità di genere diviene obbligatorio per tutte le aziende sopra i 50 dipendenti, mentre per le aziende di dimensioni inferiori il rapporto resta facoltativo.

Le aziende saranno tenute a redigere il rapporto biennale esclusivamente in modalità telematica, attraverso l’utilizzo dell’apposito portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali accessibile da febbraio 2022, utilizzato precedentemente per la compilazione del suindicato rapporto biennale obbligatorio per le aziende con oltre 100 dipendenti.
Si può accedere al portale solo attraverso le proprie credenziali SPID.
Per la stesura del rapporto relativo al biennio 2020-2021 bisognerà riferirsi alla situazione del personale maschile e femminile al 31 dicembre 2019 e la redazione andrà conclusa entro e non oltre il 30 settembre 2022 per il solo biennio 2020-2021.
Per il futuro la data di inoltro del rapporto sarà quella del 30 aprile dell’anno successivo alla scadenza di ogni biennio.
Al termine della procedura informatica, verrà rilasciata una ricevuta attestante la corretta redazione del rapporto, inoltre una copia del rapporto, unitamente alla ricevuta dovrà essere trasmessa dal datore di lavoro anche alle rappresentanze sindacali aziendali.
Specificatamente, i dati che devono essere riportati nel rapporto biennale di parità di genere riguardano:
• il numero dei lavoratori occupati distinti per sesso con indicazione delle retribuzioni iniziali l’inquadramento contrattuale e la funzione svolta da ciascun occupato;
• l’importo della retribuzione complessiva corrisposta, delle componenti accessorie del salario, delle indennità, dei bonus;
• le modalità di accesso al rapporto da parte dei dipendenti e delle rappresentanze sindacali;
• le informazioni sui processi di selezione;
• le misure previste per la conciliazione vita lavoro.

Ai consiglieri regionali di parità sarà attribuito un codice identificativo che permetterà di accedere ai dati contenuti nei rapporti trasmessi dalle aziende, al fine di poter elaborare i relativi risultati che saranno successivamente trasmessi:
• alle sedi territoriali dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro;
• alla consigliera o al consigliere nazionale di parità;
• al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali;
• al Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
• all’ISTAT e al CNEL.
La stesura del rapporto di parità è obbligatoria, altresì, per accedere alle gare relative agli investimenti pubblici finanziati, con le risorse del PNRR.

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